Ventiquattro Rose (Italian Edition) by Ferdinando Palladino

autore:Ferdinando Palladino [Palladino, Ferdinando]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2020-04-29T04:00:00+00:00

La Sedicesima Rosa.

Siam giunti nel regno delle meraviglie, siam giunti al cospetto della voluttà, siamo nell’aulente giardino del piacere, lì dove la materia ed il corpo suscitano emozioni profonde, siamo innanzi alla Sedicesima Rosa, innanzi a lei si perde il nostro sguardo e la nostra mente vola via, il nostro cuore sussulta e le nostre labbra non possono che sussurrare un evanescente nome, una sensazione crescente di piacere, un brivido ed un anelito pregni di ardore. Siamo al cospetto della padrona di tutti gli uomini: siamo al cospetto della Bellezza, dea senza volto, Rosa senz’anima.

Oh, ogni cosa s’è intrisa di me, ogni cosa mi possiede e mi nasconde, ogni cosa io posseggo, ogni uomo io catturo: tutti gli aneliti s’innalzano per me, ogni creatura brama la mia forma, ogni desiderio porta inciso su di sé il mio nome, il nome sacro della Sedicesima Rosa, l’Amore suadente di ogni creatura vivente, l’innato istinto della ricerca, l’innata brama della Bellezza. Miei sono gli occhi degli uomini, poiché mio è il regno mortale e mio è l’Amore, l’Amore profondo verso tutte le cose belle, verso tutte le cose preziose, mio è il sentore della soddisfazione insito in tutte le meraviglie del mondo, mia è la meraviglia e mia la soddisfazione degli uomini, l’incessante brama degli uomini che li spinge e li conduce all’azione, che li conduce verso la morte e verso la guerra, facendoli vivere in un’eterna pace.

Ma dunque cos’è la Bellezza? Cosa, dunque, son io? Un doloroso inganno o un’imperscrutabile verità? Un profumo delicato? Oppure il rozzo tanfo d’una bestia? Cos’è che gli uomini ricercano? La completezza? leggenditaly.com O la privazione? Il piacere? Oppure il dolore? Come si può discernere la Bellezza dall’Orrore? Quali occhi son in grado di scrutar al meglio la mia forma diafana? Quale Amore mi rappresenta meglio? Dov’è che io mi nascondo, in questo regno immortale, tra questa gente mortale?

Oh, nulla, nulla di tutto questo m’appartiene, nulla m’appartiene eppure tutto è mio, ogni singola cosa, ogni singolo frammento è parte di me. Mia è la più pura delle verità e mia anche è la più meschina delle menzogne, mio è il profumo più delicato e mio pure è l’olezzo della bestia. Mia è la totalità delle cose, mia è la vacuità assoluta, mio è il contenuto e mio è l’involucro, in un eterno fluire d’Amore. Ed il dolore io posseggo, ed il più assoluto piacere, in ogni cosa io sono: oltre gli opposti, oltre le discrepanze e le mancanze, in ogni essenza, in ogni creatura, in ogni singolo microscopico frammento di spazio io vivo, e la mia vita, per com’è fatta ha bisogno dei giusti occhi per poter essere osservata, delle giuste mani per poter essere catturata, ma nonostante la cecità io esisto, inafferrabilmente, in ogni cosa.

Così, ogni cosa ama, chi è in grado di vedere pienamente.

Ma io, io son la Sedicesima Rosa, l’Amore di tutti coloro i quali son riusciti a scrutar nel mondo, anche solo un frammento, anche solo un misero bacillo di Bellezza, nel grande Caos dell’universo.

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